IL RISK OFF FA VOLARE LO YEN

Ancora una giornata di ribassi quella di ieri, i venti di risk off non si placano sui mercati mondiali, e a rendere la settimana ancora più pesante, i dati relativi al colosso Netflix che vede per il primo trimestre 2022 abbonamenti in calo di oltre la metà delle stime.
Listini mondiali in rosso, con sessioni europee che cercano di recuperare terreno e gli americani che vanno alle chiusure sui minimi, creando una struttura tecnica orami nota già da diversi giorni, e che porta le chiusure settimanali verso le peggiori dall’inizio della pandemia.
Il sentiment sulle borse sembra dunque cambiato, e anche il valutario adegua rapidamente il suo assetto, privilegiando le valute rifugio come lo yen , che si dimostra la valuta migliore della settimana, portando a segno una performance media contro le altre majors del +0.64% , con picchi del 1.27% contro il debolissimo dollaro neozelandese.
Tutti gli asset contro yen vedono territorio negativo, con i grandi investitori che corrono a ricomprare valuta nipponica al liquidare di asset a maggiore rischio, portando come noto i traders retail al loro duro lavoro di controparte, posizionandosi netti corti su un asset che li ha visti long da inizio 2021.
Le preoccupazioni e le attese per l’intervento della FED, potrebbero aumentare la prossima settimana in vista dell’appuntamento con la banca centrale del 26 gennaio, creando maggiori incertezze e tenzioni che come ben sappiamo non piacciono agli investitori, che prediligono strategie difensive, posizionando i loro portafogli su asset a maggior tutela, come il gold, che grazie anche al respiro dei rendimenti obbligazionari sembra consolidare le aree di 1840$, che potrebbero aprire la strada ad ulteriori allunghi fino alle aree di 1868-70$
Prese di profitto anche sul WTI che dopo aver raggiunto gli 87.63$ al barile, ha ripiegato fino alle prime ore di questa mattina, ai prezzi di 83.30$, per poi attestarsi ai prezzi di chiusura di ieri sera.
Tornado al valutario, vediamo ancora incertezza sul dollaro che trova un no sentiment sul posizionamento dei retail al momento short al 51%, rispetto al long di ieri del 51%, lasciando trasparire i profondi dubbi di tutti gli operatori sul futuro del biglietto verde, che sembra sempre più incerto sulla base di una congiuntura macroeconomica in deterioramento e un’inflazione galoppante, che mette in serio dubbio le scelte di politica economica della FED, la quale si ritrova sempre più sola in scelte aggressive dopo che ieri la BCE ha riconfermato la sua idea di mantenere un assetto dovish ancora per questo 2022.
Seguiremo le dinamiche di questo venerdi che ci condurranno alla chiusura settimanale e ci prepareranno all’appuntamento con la FED di mercoledi prossimo 26 gennaio.
Buona giornata e buon trading
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